
Il mondo è pieno di scrittori. Pullula, straborda di scrittori, ne è infestato. Che se ci pensate non è neppure così strano, visto che a tutti piace raccontare storie, magari infarcendole di particolari, esagerando la realtà oppure inventandosi intere parti di sana pianta.
Nonostante sappia di essere solo uno in mezzo alla folla, lo scrittore medio è però convinto di essere più bravo delle massa di semianalfabeti che lo circonda e ritiene il suo manoscritto l’unico e il solo che valga la pena di essere stampato in milioni di copie affinché il mondo possa saziarsi di cotanta bellezza. Convinzione che ovviamente si frantumerà contro la solida muraglia di rifiuti opposti dalle case editrici.
Esistono tuttavia alcuni metodi che permettono di distinguere lo scrittore (mediamente) bravo da quello pessimo, e il primo fra tutti è:
Lo scrittore bravo scrive, quello pessimo dice di scrivere.
Sembra una frase banale ma non lo è: la cosa più difficile da fare quando si scrive un libro è proprio mettersi a scriverlo, c’è così tanto altro da fare, navigare in internet alla ricerca di ispirazione; postare sui social foto davanti al computer o col quadernino in mano; parlare con altri scrittori di quanto alcuni scrittori facciano schifo; rosicare di fronte a gente che ha pubblicato e venduto più di noi… insomma, abbiamo così poco tempo, volte anche che ci si metta a scrivere, che poi tanto lo sappiamo tutti che pubblicano solo i raccomandati.
Io che, pur essendo uno di quelli bravi resto comunque umile, il libro l’ho già scritto (veramente ne ho scritto più d’uno ma non mi piace vantarmi) e sono anche riuscito, senza raccomandazioni badare bene, a farlo accettare da una casa editrice che lo pubblicherà a breve. Si tratta di una raccolta di tredici racconti distopici che…
Vabbè, il libro uscirà tra qualche settimana nella collana “Mondi” di Scatole Parlanti Edizioni, è bellissimo e voi DOVETE ASSOLUTAMENTE COMPRARLO, CAPITO?!?
Ora che ho fatto la mia marchetta pubblicitaria vengo al punto (pare che lo storyrelling funzioni per convincere le persone a comprare i libri…) cioè all’idea geniale che mi è venuta: raccontare come è nato *libro più bello del mondo* (con la casa editrice non abbiamo ancora deciso il titolo quindi ne ho messo uno provvisorio di poche pretese…) descrivendo una per una tutte le fasi dalla nascita dell’idea al libro finito.
bene, allora cominciamo! Anzi no, inizieremo nel prossimo post…
Una risposta a "Appunti di uno che scrive: la nascita di un libro"