Questa è la settimana del Salone Internazionale del Libro di Torino e il mondo editoriale italiano non parla d’altro, purtroppo quest’anno più per la polemica con quei quattro pagliacci di Altaforte che per la manifestazione in sé.

Io, oltre che con i mentecatti fascisti sarei in polemica anche con l’organizzazione, che non riesce nemmeno a creare un sistema di accreditamento decente e che, a un giorno dall’apertura, non ha ancora aggiornato l’app, ma nonostante questo al salone ci sarò, per una serie di motivi:

  • È una vetrina importante, e un’occasione per sconosciuto come me per farsi dei contatti utili, a differenza di personaggi più noti per cui non andare fornisce un ritorno di notorietà maggiore che andare. Con questo non voglio giudicare la legittimità di scegliere il boicottaggio, però non è una cosa che tutti si possono permettere di fare.
  • Ho già preso biglietto del treno e alloggio e non voglio rimetterci soldi per colpa succitati mentecatti fascisti.
  • Al Salone ho la possibilità di incontrare amici che non vedo spesso, di incontrare fisicamente persone che conosco solo sui social, di parlare di libri e letteratura con gente che ne sa, di divertirmi, di trascorrere qualche giorno piacevole.

Insomma, il concetto è che andare il Salone è per me un divertimento, una festa, un weekend piacevole per immergermi in quello che amo di più, cioè il mondo dei libri e non voglio che mi sia rovinato da quattro furfanti dalle idee aberranti.

Quindi io domani il treno per Torino lo prenderò, e spero di incontrarvi tutti là.

AGGIORNAMENTO:

Leggo ora che hanno cacciato i fascisti dal Salone quindi tutto è bene quel che finisce bene… o no?

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